
Ti Racconto
Un nuovo spazio dove giovani e meno giovani condividono storie e poesie, creando una comunità di talenti letterari.

Premessa
Nel 2025 prenderà vita questa nuova pagina "Ti Racconto", uno spazio dedicato a tutti i concittadini che coltivano la passione per la narrativa e la poesia. Questa iniziativa nasce con l'obiettivo di promuovere talenti di ogni età, offrendo un palcoscenico dove poter esprimere liberamente la propria creatività. Che si tratti di racconti brevi, poesie o riflessioni intime, "Ti Racconto" vuole essere una finestra aperta su mondi personali e universali.
L'idea alla base di questa pagina è di creare una comunità viva e dinamica, dove autori con esperienze e prospettive diverse possano incontrarsi, dialogare e ispirarsi reciprocamente. Crediamo che la scrittura sia un mezzo potente per connettere le persone, abbattere barriere e generare empatia. "Ti Racconto" sarà dunque un luogo di condivisione, di crescita personale e collettiva, ma anche un trampolino di lancio per chi desidera farsi conoscere da un pubblico più vasto.
Saranno accettati racconti e poesie non superiori alle due pagine che andranno inviati a: 📩 margra.zia@libero.it
Unisciti a noi in questa avventura letteraria e diventa parte di una comunità che celebra la bellezza delle parole. Che tu sia un autore esperto o alle prime armi, "Ti Racconto" ti aspetta per dare forma e voce alle tue idee. Non vediamo l'ora di leggere e condividere le tue storie e poesie!
News e Articoli

Echi d'estate
di Gerardo D'Orrico
L'aria calda di agosto vibrava mentre attraversavo le strade della mia Calabria, pensando a come la verità potesse nascondersi nel cemento delle case, nelle parole non dette, nei silenzi che pesavano come macigni. La ragione, mi ripetevo, dovrebbe essere la nostra religione, eppure sembravamo tutti smarriti in un digiuno della mente.
Mi fermavo spesso a osservare il passaggio degli aerei nel cielo azzurro, mentre la gente camminava per le strade come sonnambula, avvolta nei profumi tipici dell'estate mediterranea. La pace, quella vera, sembrava sempre un passo più in là, come un miraggio nel caldo torrido del meridione.
Pensavo alla nostra terra, alle sue contraddizioni, a come il bene e il male si intrecciassero nelle storie quotidiane della gente. C'era chi parlava di libertà e chi la soffocava, chi cercava la verità e chi la nascondeva dietro false apparenze. Come in una guerra fredda mai finita, combattevamo ancora le nostre battaglie silenziose, cercando un riscatto che sembrava sempre troppo lontano.
Ma forse, mi dicevo guardando il sole che tingeva di rosa le vecchie facciate, la vera libertà stava proprio in questo: nel riconoscere le nostre differenze, nel rispettare i diversi cammini, nell'accettare che ognuno porta con sé un pezzo di verità. E mentre la sera scendeva sulla città, portando con sé una promessa di frescura settembrile, capivo che il domani sarebbe stato diverso solo se avessimo imparato a guardare oltre le nostre paure, oltre i soldi, oltre il dolore, verso quella pace che tutti, in fondo, stavamo cercando.

Mimmo e le mucche
di Prof.ssa Maria Cino
A Villapiana gli anziani raccontavano che la notte di Natale le bestie parlavano.
Nessuno, però, di quelli che le avevano sentite parlare ha mai raccontato qualcosa. Si dice anche, infatti, che chi dovesse ascoltarle morirebbe subito.
Si diceva che molti avevano voluto sfidare la sorte ed accertarsi che le bestie parlassero veramente. Tutti i curiosi, però, erano stati sepolti proprio il giorno di Natale.
Tra i tanti "coraggiosi" si narra di un certo Mimmo. Costui era un contadino molto curioso che voleva sempre verificare quanto si diceva.
Una notte di Natale, allo scoccare del dodicesimo rintocco dell’orologio, entrò nella stalla. Era ancora sulla soglia quando si sentì pervadere da un improvviso brivido di freddo che gli correva per tutte le ossa. Forse era un segno che lo avvertiva a non insistere. Mimmo, però, non si lasciò impressionare. Era troppo testardo. Andò a nascondersi dietro una balla di fieno e aspettò.
Il tempo passava ma le bestie restavano mute. Aveva perduto tutte le speranze quando, ad un tratto, sentì una mucca che diceva alle altre:
Comari, mangiamo, domani, nonostante sarà Natale, ci aspetta una giornata faticosa. Dovremo accompagnare il padrone.
E' Vero!
Dissero le altre mucche.
Mangiamo.
E continuarono a mangiare. Mimmo, nel sentire le mucche parlare fu preso da un "colpo". Corse fuori dalla stalla come un pazzo. Correva e gridava. Ad un tratto stramazzò a terra e vi rimase stecchito. Non potè raccontare cosa aveva sentito. Il giorno dopo le mucche dovettero trainare il carro funebre che portava il padrone al cimitero.


Per grazia ricevuta
di Grazia Albanese
Con la vita dentro le cose
ed un nome
che sa già non dover chiedere nulla
gli occhi a contorno di un carboncino
e le unghie trascurate
per il troppo lavoro
la lingua aderente alle labbra
per seguire un sorriso
e vivere un altro po’.
Immaginami così
nel tuo tempo che avanza
e rimango.
Con un pugno di sabbia in mano
cercando un alito di vento
che scuota la sorte.